auto elettrica donne

L’auto elettrica al giorno d’oggi è realtà. Al di là delle problematiche legate al costo e alla diffusione delle infrastrutture per la ricarica, l’elettrificazione è ormai un processo più che avviato.

Ciò che trent’anni fa sembrava futuristico, con veicoli imprigionati  in corpi da concept esposti nei vari saloni dell’auto, oggi rappresenta la normalità.

Ma se vogliamo proprio dirla tutta, l’idea dell’auto elettrica ha origini molto antiche, paragonabili alla nascita della prima auto.

Già all’inizio del 900, molti progettisti e ingegneri, tra questi anche Ferdinand Porsche, idealizzavano l’auto con un motore elettrico che appariva più semplice e più facile da gestire in termini di manutenzione. Inoltre non c’era bisogno di cambiare le marce per chi conduceva un veicolo del genere e l’autonomia era limitata a pochi chilometri.

Auto elettriche, prodotto per donne?

È dalle caratteristiche intrinseche all’elettrico che è nato il pregiudizio che l’auto elettrica fosse più adatta alle donne.

Alcune aziende americane come la Detroit Electric e la Waverley Electric concepirono dei veicoli, a loro dire, progettati sulle esigenze delle donne. Lo stesso Henry Ford fece dono alla sua gentile consorte di una vettura elettrica.

L’aspetto che più sorprende è come, anche nella prima mobilità motorizzata, l’atteggiamento diffuso fosse tendenzialmente maschilista, oggi lo definiremo “sessista”.

Si riteneva che la motorizzazione vera fosse quella dei primi motori a scoppio, comunque troppo rumorosi, sporchi, con ingranaggi complicati per affidarli a un pubblico femminile. La virilità e il potere di controllo vedeva nell’elettrico un’alternativa concessa alle donne che potevano spostarsi, ma solo per brevi tratti, a bassa velocità e senza tanti problemi tra manovelle, catene, tubi, ecc.

La correlazione tra la libertà e lo spirito d’avventura sembrava precluso al cosiddetto gentil sesso.

Quanta strada avrebbero dovuto percorrere le donne per vedersi accettate nella loro emancipazione anche riguardo alla scelta di utilizzare un mezzo di trasporto a loro piacimento!

Tra le prime ad affermare la parità dei generi anche nell’ambito dei motori fu Bertha Benz, moglie di Karl Benz, la prima persona al mondo a percorrere una lunga distanza alla guida della mitica Benz Patent-Motorwagen. Frau Bertha  insegna quanto le donne abbiano contribuito all’evoluzione dell’auto al pari degli uomini.

Tra le altre, come non ricordare l’impresa storica di Clorenore Stinnes, la prima persona a fare il giro del mondo in auto. Il 24 giugno 1929 entrò a Berlino con a fianco il suo compagno di viaggio a bordo di una Adler Standard 6.

Negli anni, sono stati superati gli stereotipi di genere e le donne sono arrivate a raggiungere i vertici nell’industria automobilistica mondiale. È sufficiente ricordare Mary Barra, l’Amministratrice Delegata di General Motors.

Ma la vera promotrice della parità di genere nella mobilità è rappresentata proprio dalle vetture elettriche, nei confronti delle quali le nuove generazioni, senza distinzione di sesso, sembrano più interessate agli aspetti tecnologici e ambientali e meno alle caratteristiche prettamente tecniche.

Insomma, quei valori che nel secolo scorso venivano bollati come “troppo femminili”, oggi sono condivisi da una platea sempre più ampia e guidano le scelte di mercato.

Una bella rivincita per l’elettrico e per le donne!