Normalmente siamo abituati a trattare di tecnologia con riferimento al prodotto, in particolare al potenziale utilizzo dei dati trasmessi dal veicolo connesso in Rete.

In realtà, la tecnologia impatterà sempre di più sull’autoriparazione.
Una necessità, se si pensa all’obbligo di dotazione dei sistemi Adas sulle auto di nuova omologazione, entrato in vigore un paio di mesi fa  con il Regolamento UE 2019/2144.

La conseguente domanda che si pone è se le officine autorizzate, ma anche gli indipendenti, sono oggi adeguatamente preparate per operare in modo efficace (ripristino del veicolo) ed efficiente (intervento nei tempi corretti).

La prima problematica è la facilità di accesso alle informazioni, a partire da quelle che incidono sulla sicurezza, come l’accesso alle centraline o le riparazioni dei moduli antifurto.

Anche in questo caso è intervenuta la Commissione europea, con una disposizione, la nr. 2021/1244, che impone ai carmakers di mettere tutti gli autoriparatori nelle condizioni di accedere alle informazioni tecniche relative ai sistemi di sicurezza dei veicoli.
In particolare, per gli indipendenti è nata la SERMI (Securiy Related Repair & Maintenance Information) un’associazione tra le federazioni europee dei costruttori, come ACEA e quelle dell’aftermarket indipendente.

La certificazione SERMI, già attiva in alcuni Stati europei mentre in Italia dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2025, consentirà ai clienti automobilisti di affidarsi a riparatori certificati e quindi con la garanzia di accesso ai sistemi che incidono sulla sicurezza e la copertura assicurativa in caso di danneggiamenti causati durante gli interventi di riparazione.

Una volta risolta la questione dell’accesso ai dati, l’assistenza affronta il tema della dotazione degli strumenti di diagnosi, tradizionali ma oggi anche da remoto.

È qui che la tecnologia interverrà in modo significativo nei prossimi anni, seguendo la crescita della digitalizzazione dei processi interni alle officine.

Attualmente, sono già presenti alcune metodologie di intervento a distanza.

Oltre alle opportunità offerte agli autoriparatori certificati, come la già menzionata possibilità di codifica delle centraline, ricodifica chiavi, reset service, tanto per citarne alcuni, oggi si affacciano mezzi di comunicazione a distanza, che per la loro caratteristica smart, si faranno sempre di più apprezzare dai tecnici impegnati negli interventi particolarmente complessi e di non sempre immediata diagnosi.

Tra questi, gli smart glasses, introdotti alcuni anni fa, si sono perfezionati nel tempo andando a coprire tipologie sempre più numerose di interventi.

Di che cosa si tratta?

Gli smart glasses in dotazione agli autoriparatori, una volta abilitati su determinate piattaforme digitali, mettono in contatto con viva voce o chat un operatore specializzato con il tecnico di officina che in quel momento sta intervenendo in postazione su una determinata vettura.

Questi occhiali intelligenti aumentano la realtà, mostrando sul display le informazioni richieste e trasmesse grazie ai sensori presenti negli occhiali che traducono le immagini in dati, permettendo quindi all’operatore di avere le mani libere.

Tra le aziende che hanno investito in questi sistemi, LKQ Rhiag ha portato anche in Italia la sua esperienza internazionale, contribuendo alla crescita professionale dei tecnici, attraverso un percorso di formazione dedicata.

Secondo i dati che ci sono stati forniti, il supporto di help desk via internet con comunicazione bidirezionale e trasmissione dati grazie alla tecnologia dei sensori presenti negli smart glasses, ha riguardato nel 50% dei casi i motori (cinghia, catena, testata); nel 16% problematiche alla frizione o al volano e nei restanti inconvenienti i gruppi ottici, sospensioni, oltre a quanto già previsto dal programma “Garage of the Future” di LKQ in coerenza con quanto sopra ricordato sulla certificazione SERMI.

I vantaggi, derivanti dall’evoluzione tecnologica degli strumenti supportati dalle piattaforme digitali, sono molteplici.
Si pensi alla riduzione dei tempi di ripristino, dall’individuazione della causa del problema, alle attività di manodopera, oltre all’eventuale ordinazione del ricambio previsto.

Una ottimizzazione del processo di assistenza che migliora gli indicatori di efficienza e di conseguenza, si presume, di redditività dell’officina.

A questo aggiungiamo la crescita professionale dei produttivi, oltre ad un probabile risvolto in positivo sulla sicurezza nell’ambiente lavorativo.

Ultimo, ma in realtà prioritario in questo elenco, la qualità del servizio che troverà riscontro nel miglioramento della soddisfazione dei clienti, misurati attraverso gli NPS.

Obiettivi di crescita raggiungibili se accompagnati dalla formazione continua del personale tecnico, con percorsi dedicati e aggiornati sull’evoluzione tecnologica e digitale, fino al raggiungimento, per tutti e non solo per alcuni, degli standard di certificazione richiesti.