Sulle strade del SUCCESSO, Marco Santucci

Marco Santucci, Direttore Generale Commerciale Jaguar Land Rover

Dopo l’intervista a Federica Pasquarelli, oggi vogliamo proporvi la bella e significativa intervista con Marco SantucciDirettore Generale Commerciale del  brand premium Jaguar Land Rover.

Da sempre in giro per il mondo, in questa intervista insegna ai più giovani quanto è importante vivere esperienze diverse confrontandosi con culture molto differenti tra loro.

Dottor Santucci lei ha iniziato molto presto a girare il mondo.

È vero. Dall’età di 10 fino ai 14 anni ho vissuto negli Stati Uniti e questo mi ha permesso oltre che di imparare l’inglese, direi, soprattutto, mi ha insegnato ad avere la consapevolezza che qualsiasi cosa può essere possibile, basta volerlo e impegnarsi a farla.

Ne ho avuto la riprova al mio ritorno in Italia, dove mi sono dovuto impegnare a fondo per superare l’esame di terza media parlando ormai a malapena l’italiano e non avendo studiato nulla del programma Italiano delle scuole medie.

Ho capito che ognuno è artefice del proprio destino, nel segno dell’originario spirito americano.

Che cosa ancora le ha insegnato l’esperienza americana?

Un altro bagaglio che mi sono portato dagli Stati Uniti è la voglia di essere indipendente.

Quando i miei amici prendevano la paghetta dai loro genitori, io andavo a lavorare come “bagnino di terra” a Fregene durante l’estate. Durante l’inverno andavo a fare il DJ prima suonando alle feste private, poi organizzandole e infine nelle discoteche che andavano per la maggiore.

Attraverso queste esperienze e due fantastici amici, ho imparato a fare i miei primi business plan. Lavoravamo per trovare i fondi per far crescere il nostro impianto, amministravamo i costi e ricavi da re-investire nel far crescere la nostra piccola azienda. Infine diversificavamo creando un’organizzazione per le feste per i bambini, o nell’affitto dei service con o senza DJ, il tutto sempre divertendoci.

Dalla passione per la musica alla passione per le auto…

Dopo uno stage in Johnson & Johson entro in Ford Italia. Vengo mandato in Sicilia come Responsabile di Zona Post-Vendita dove mi dedico anima e corpo all’azienda che rappresentavo lavorando spesso anche 12/13 ore al giorno.

L’unica cosa che riuscivo a fare oltre il lavoro era praticare il Tiro Dinamico, uno sport, cominciato durante il servizio Militare, che mi ha aiutato a comprendere l’importanza di sfidarti ogni giorno, per accrescere la tua “professionalità” o “bravura” attraverso l’allenamento e l’apprendimento guardando gli altri… come diceva un mio amico, più ti alleni più diventi fortunato.

Ho appreso molte delle tecniche che, unite ad un allenamento continuo, mi hanno permesso di entrare in Nazionale e gareggiare agli Europei e quindi ai Mondiali imparando quanto lo studio, la pratica e la determinazione possano portarti lontano. Ho poi abbandonato perché l’impegno richiesto era diventato troppo importante e cominciava a interferire con il lavoro su cui avevo deciso di investire per il mio futuro.

E qui inizia il suo tour con tappe in importanti piazze internazionali.

Mi mandarono a Londra dove ho imparato come interfacciarmi in un HQ, come lavorare in Staff, come lavorare in Inglese ed è stato fondamentale per apprendere il marketing, dove la cultura anglosassone eccelle.

Poi il mio ennesimo cambio di vita. Quando vengo chiamato da Toyota Europa a Bruxelles.

Qui lo sforzo è stato quello di adattare il mio stile lavorativo, tipicamente occidentale, basato su una cultura Fordiana della Leadership Top Down, a quello orientale fondato su una cultura Bottom Up, dove gli elementi fondamentali erano la condivisione (Nemawashi), verificare andando alle basi di tutto (Genghi Genbutsu) e il miglioramento continuo (Kaizen).

A quel punto l’arrivo in Jaguar Land Rover…

Dopo otto anni in Toyota Europa, un matrimonio e 2 figli…. Un altro importante avvenimento personale mi porta a considerare un lavoro in Italia come DG di Jaguar Italia.

Finalmente ho avuto l’occasione di mettere in pratica tutto quel che avevo imparato in Toyota e in Ford, e mi scopro di dover ancora imparare moltissimo nella gestione di una squadra.

Comincio quindi a lavorare su me stesso. Su elementi come empatia e intelligenza emotiva, fattori importanti per la crescita personale che prima non avevo considerato come dovuto.

Forse la crescita questa più importante, in quanto mi aiuterà anche a interagire con gli altri, oltre la sfera lavorativa.

Questo percorso mi ha permesso di crescere ulteriormente. Essere chiamato a far parte di una Task Force internazionale per andare in Cina a recuperare una situazione di crisi e poi ad andare a gestire i paesi Importatori Europei ,su 32 mercati, per poi tornare 2 anni fa in Italia per stare più vicino ai miei figli durante gli anni dell’adolescenza.

Un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni. Con quali messaggi  possiamo, in chiusura, rivolgerci ai giovani che intendono intraprendere la carriera nell’automotive?

Per chiudere volevo condividere i due motti che penso abbiano un potere di cambiare il mondo.

Il primo è “Il mondo è bello perché è vario”…. in base al quale ritengo che non ci sia mai un giusto e uno sbagliato ma diversi punti di vista che bisogna cercare di capire. Mentre il secondo è “Ogni giorno, qualcuno sta facendo qualcosa che qualcun altro ha detto era impossibile” che mi ha sempre permesso di andare avanti e alzare l’asticella a ogni passo non limitandomi mai ad accettare lo “Status Quo”.

 

Una storia di successo che meritava di essere raccontata.

Aspettiamo Marco Santucci per la prossima edizione 2021.